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Roc - non utilizzo avanzato fasi laterali

In precedenti articoli, ai quali vi rimandiamo per ogni approfondimento, abbiamo già esaminato i criteri di costruzione dell’indicatore e il suo utilizzo avanzato nelle fasi trend following.

Vediamo ora se sia o meno conveniente utilizzare questo indicatore di Momentum nelle fasi laterali, come da più parti si afferma.

In molto articoli sparsi in internet si afferma che questo indicatore svolge la sua migliore e più efficace funzione nelle fasi laterali. Tuttavia, come per la gran parte delle tecniche che vengono suggerite per le fasi laterali dei prezzi, anche il ROC non sfugge alla regola che molto spesso una volta individuata una fase di congestione, questa è già al termine, di conseguenza risulta rischioso prendere posizione.

Per determinare un movimento laterale abbiamo infatti bisogno di almeno quattro punti, due minimi e due massimi. Capita così di frequente che, una volta individuata una formazione grafica di questo tipo, un eventuale breakout da un lato o dall’altro della congestione vanifichi l’analisi e le attese per un ritorno verso il lato opposto della congestione da parte dei prezzi.

A puro titolo di esempio, per comprendere meglio il significato di quanto affermato, supponiamo di avere individuato due minimi e due massimi di periodo e che il titolo si trovi ora in prossimità del secondo massimo. Un eventuale breakout rialzista in questo momento e la successiva partenza di un trend in direzione della rottura provocherebbe una perdita certa a quel trader che, confidando nella fase laterale e nella tenuta del secondo massimo si fosse posizionato al ribasso.

L’operatività risulta in questo caso abbastanza complessa perché il timing di entrata è notevolmente ritardato rispetto allo sviluppo della fase laterale e i movimenti che ne conseguono sono relativamente ridotti rispetto allo sviluppo di una fase di trend.

Nel grafico che segue la dimostrazione di quanto appena affermato riguardo alle fasi di lateralità.

Come possiamo notare il titolo Intesa San Paolo rimane in fase laterale per ca. 7 mesi. Se osserviamo i picchi del ROC, ci accorgiamo che questi effettuano dei movimenti grosso modo costanti e risulta facile (a posteriori) disegnare due linee che delimitano le aree di ipercomprato e ipervenduto. Per questo motivo da più parti si afferma che l’indicatore “lavora bene” nelle fasi laterali e si consiglia di utilizzare gli estreemi del ROC per aprire le proprie posizioni.

Da trader operativi invece dobbiamo in tutta trasparenza dire che non sappiamo di essere in una fase laterale fin tanto che non si determinano due minimi e due massimi, questo significa che soltanto quando si forma il secondo massimo (o il secondo minimo) possiamo affermare che i prezzi stanno entrando in una fase di lateralità.

Nell’esempio riportato, quindi, possiamo avere la conferma di trovarci all’interno di una fase laterale soltanto una volta che si sia verificato il secondo minimo del ROC. Di conseguenza l’unica operazione che potremmo intraprendere all’atto pratico in un grafico del genere (seguendo le regole dell’operatività appena descritte) perché confermata da una fase laterale sarebbe quella che si avrebbe sul terzo picco (massimo) del ROC.

Ma, come vediamo dal grafico, questa operazione ci porterebbe invece ad una perdita perché, come spiegato sopra, il breakout del massimo da parte dei prezzi vanifica all’istante l’analisi della fase laterale appena fatta. I prezzi, infatti, prima di scendere hanno una seppur breve tendenza rialzista andando a violare il massimo precedente e catturando gli stop posizionati sopra al massimo precedente.

Questo è uno dei principali argomenti per i quali raccomandiamo sempre di diffidare di strategie operative che si basino su grafici già sviluppati e di andare sempre a verificare se in passato, o su altri strumenti, se la stessa tecnica abbia prodotto risultati soddisfacenti.

Come dire che su grafici “già fatti” siamo tutti capaci di fare i professori.

Questo non esclude a priori di operare nel modo che abbiamo visto una volta individuata la fase di congestione, ma soltanto che prima di aprire la posizione è necessario  valutare attentamente il rischi rendimento dell’operazione: ovvero calibrare opportunamente stop e target per verificare che, come si suol dire, il gioco valga la candela.

Un’ultima considerazione forse ovvia per i trader più esperti: la tecnica descritta sulle fasi laterali trova il suo migliore impiego con grafici intraday sui quali, rispetto al time frame daily, è più frequente trovare fasi di congestione che consentano di avere un vantaggioso rapporto rischio rendimento dell’operazione rispetto ai grafici daily.

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